È stato pubblicato sul Suppl. al BURL di Venerdì 29 novembre 2019 l’avviso di approvazione della Legge Regionale 26 novembre 2019 – n. 18 “Misure di semplificazione e incentivazione per la rigenerazione urbana e territoriale, nonché per il recupero del patrimonio edilizio esistente. Modifiche e integrazioni alla Legge Regionale 11 marzo 2005, n. 12”.
La Legge, approvata lo scorso 12 novembre dal Consiglio Regionale delle Lombardia, modifica la Legge 12/2005 a completamento della strategia regionale per la riduzione del consumo di suolo e con l’obiettivo dichiarato di facilitare e rendere più convenienti gli interventi di rigenerazione urbana nelle aree dismesse e di recupero edilizio degli edifici rispetto alle costruzioni ex novo.
L’articolato, integrante la L.R. 12/2005, cerca di affrontare in modo organico il problema dei centri abitati degradati, oltre che degli edifici agricoli-rurali abbandonati, e di porre le basi della risoluzione anche di questioni con carattere sociale. Gli interventi hanno infatti l’obiettivo di riqualificare singoli edifici o porzioni di quartieri, realizzando iniziative di rigenerazione con ricadute positive non solo sito specifiche ma anche su abitabilità e attrattività dei centri abitati (anche in termini turistici e non solo urbanistici), nonché su sicurezza e vivibilità urbana. Incentivi sono previsti per la trasformazione di aree con spazi verdi, servizi e infrastrutture. I progetti sono però chiamati a rientrare nelle previsioni dei piani territoriali, rispettando la già vigente legge sul consumo del suolo. E dovranno essere coerenti con la carta di consumo del suolo che i Comuni sono chiamati a redigere (censimento degli immobili abbandonati o dismessi da aggiornare annualmente).
La Regione assumerà il ruolo di “regista” a coordinamento delle operazioni, lasciando comunque potere di avviare l’iniziativa ai privati proprietari e ai Comuni. I primi potranno segnalare situazioni di particolare criticità (edifici fatiscenti e non abitati da almeno cinque anni), mentre i secondi potranno valutare le istanze e inserire i singoli progetti di rigenerazione negli appositi piani annuali. Il privato che non dovesse procedere nei tempi stabiliti a fronte di un progetto di rigenerazione che risolva problemi di sicurezza o di degrado, potrà essere destinatario di penali, fino all’esproprio nei casi più gravi.
Previsti tagli fino al 60% sugli oneri di urbanizzazione e la possibilità di incrementi delle volumetrie fino al 20%, a fronte di una serie di prescrizioni che comporteranno, in linea generale, il miglioramento delle condizioni degli edifici innanzitutto dal punto di vista energetico e della sicurezza.
Introdotte semplificazioni procedurali per rendere più veloci i processi (procedura per individuare gli ambiti di rigenerazione, per recuperare immobili dismessi, per i cambi d’uso, normativa sugli usi temporanei). Riallineamento alla normativa edilizia statale con deroghe alle norme edilizie (distanze, altezze). Facilitazioni per gli interventi di rigenerazione urbana e di recupero del costruito.
La norma finanziaria prevede un primo stanziamento iniziale di due milioni di euro, che serviranno per promuovere, in particolare, i censimenti comunali. Poi si procederà in forza di piani annuali cui concorreranno risorse statali e regionali in base alle necessità.