Prende vita in questi giorni e verrà ufficializzato nelle prossime settimane il Centro di Ricerca “Risanamento Ambientale e Recupero aree degradate e siti contaminati” istituito dall’Università degli Studi di Brescia presso il DICATAM Dipartimento di Ingegneria Civile, Architettura, Territorio, Ambiente e di Matematica.
Il Centro di Ricerca nasce su iniziativa del Gruppo di Lavoro dell’Università degli Studi di Brescia “Bonifiche di siti contaminati” che, dal 2014, grazie al coinvolgimento di esperti in campo giuridico-amministrativo, economico-finanziario e tecnico-operativo, elabora e propone soluzioni per affrontare concretamente i problemi che limitano la diffusione degli interventi di bonifica in Italia.
Il tema della messa in sicurezza e del risanamento delle aree contaminate è quanto mai attuale: solo in Lombardia sono 914 i siti contaminati – 76 in provincia di Brescia – dove sono in corso attività di bonifica per il risanamento ambientale, circa 900 i siti potenzialmente contaminati e 2252 i siti bonificati.
L’attività del nuovo Centro di Ricerca riguarderà il recupero delle aree dismesse per degrado o inquinamento ambientale, ai fini del loro riutilizzo a scopi produttivi o residenziali. A questo scopo si occuperà di raccogliere dati in materia di risanamento ambientale, di studiare i problemi che limitano l’attività di bonifica e di elaborare metodologie di intervento, svolgendo, allo stesso tempo, attività di consulenza tecnica per soggetti pubblici e privati, nonché attività formative e di divulgazione.
Aggiornamento del 18/12/2019. Ai link in calce gli articoli della stampa locale a seguito della conferenza stampa di presentazione del nuovo Centro, tenutasi il 17/12/2019 presso il Salone Apollo del Rettorato e a cui sono intervenuti i referenti del progetto Prof. Carlo Collivignarelli e Prof. Mentore Vaccari e l’Avv. Claudio De Rose per il Gruppo di Lavoro “Bonifiche di siti contaminati”.
L’Ing. Roberto Bellini (TEAM PA), già facente parte del Gruppo di Lavoro “Bonifiche di siti contaminati”, è onorato di poter continuare ad apportare il proprio contributo anche al nascente Centro di Ricerca, ai lavori del quale parteciperà in qualità di membro del comitato scientifico.