Veniamo dalla 3 giorni del SiCon2016, workshop annuale organizzato da Università degli Studi di Brescia, La Sapienza di Roma e Università degli Studi di Catania, tenutosi quest’anno dall’11 al 13 febbraio all’ateneo di Brescia.
In qualità di membri del gruppo di lavoro dell’Universita di Brescia coordinato dal Prof. Carlo Collivignarelli e dal Prof. Mentore Vaccari, nell’ambito della 5′ sessione abbiamo presentato i risultati del caso di studio recentemente portato a termine da TEAM PA che, su incarico del Comune di Montichiari, ha condotto ad un approfondimento del grado di conoscenza su 11 aree degradate in ambito extraurbano comunale (ex cave, ex discariche, ex fontanili ritombati), raggiungendo importanti obiettivi: fornire al decisore una scala di priorità di intervento in risposta al potenziale rischio ambientale atteso, proporre una serie di possibili strumenti investigativi da applicare nel successivo livello di indagine, portare prime quantificazioni economiche delle risorse necessarie per proseguire nell’azione di “conoscenza ambientale” dei siti.
Il resoconto delle giornate di studio porta a molte conferme:
- numerosi casi noti di inquinamento puntuale e diffuso, altrettanto numerosi (probabilmente maggiori dei primi) casi ancora ignoti;
- diverse tecniche di caratterizzazione e bonifica consolidate e in via di sperimentazione, per rispondere alle molteplici problematiche di contaminazione di suoli, acque, sedimenti;
- panorama normativo italiano all’avanguardia (rispetto ad altri stati europei) ma con norme spesso di difficile interpretazione e applicazione;
- complessità amministrative a tutti i livelli nel percorrere la generalmente lunga e impervia strada che porta verso la bonifica di un sito;
- criticità principale rappresentata dalla carenza di risorse, sostanzialmente di carattere economico, da destinare alla ricerca e attuazione di soluzioni al problema;
- impegno concreto di Regione Lombardia sul tema delle bonifiche con supporto agli enti locali – in particolare nel caso di interventi sostitutivi – sia con finanziamenti ad hoc sia con il progetto di “marketing territoriale” mirato, attraverso accordi di programma comuni-regione, a riportare in capo alla Regione le azioni di coordinamento, ricerca e sviluppo degli interventi di bonifica.
E a buoni spunti:
- necessità di approfondimenti sul tema specifico dei “riporti antropici” che interessano tanti lotti sui quali, in tempi “ante-norma” gli stessi venivano approntati senza particolari accortezze “ambientali” per attestare il piano di imposta degli edifici alle quote necessarie;
- ricerca di vie di sostentamento alternative, con l’obiettivo di trovare risorse per supportare i costi di bonifica (a titolo di esempio, attraverso incentivi urbanistici, nonostante oggi la crisi del settore edilizio morda significativamente);
- crescita del settore assicurativo che copre il rischio di inquinamento con auspicio che l’applicazione venga estesa a diverse tipologie di attività, e non solo limitatamente agli impianti di trattamento rifiuti (oggi peraltro gli unici ad essere coperti almeno dalle fideiussioni richieste in sede autorizzativa);
- esigenza inderogabile di un’attività puntuale, specifica, coordinata e mirata al Risk Assessment ambientale, per poter disporre ad ogni livello decisionale di scale di priorità affidabili, sulla base delle quali affrontare i diversi problemi ambientali di un territorio, ormai all’ordine del giorno;
- esigenza di approcciare il tema delle bonifiche coniugando maggiormente l’urbanistica con il settore ambiente e sfruttando strumenti tecnico-amministrativi che accomunano i due ambiti, a titolo di esempio la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) innanzitutto in termini conoscitivi e di valorizzazione di siti degradati e aree dismesse.
Appuntamento al prossimo SiCon (febbraio 2017) a La Sapienza di Roma.